MISERICORDIAS DOMINI IN AETERNUM CANTABO
Mercoledì 10 Febbraio, mercoledì delle ceneri, secondo il rito romano abbiamo iniziato il tempo di quaresima. Ho celebrato la messa alle 9.00 a Ka Philippe con tanto di rito dell’imposizione delle ceneri.
Le ceneri sono state ricavate dalle foglie di palma offerte da qualche fedele giusto per l’occasione.
Ho fatto conoscere l’antifona in latino cantata nello stile di Taizè “ Misericordias Domini in aeternum cantabo” e l’hanno molto apprezzata. Così ho avuto ancora l’occasione di rimotivare l’anno straordinario della misericordia e di invitare a vivere il tempo quaresimale come scoperta dell’amore misericordioso del Signore. Per parlare dell’amore di Gesù per noi ho avuto un preziosissimo alleato: il crocifisso della nostra chiesa da poco fatto restaurare, grazie ad un gruppo di giovani artisti della zona. Ho scherzato nel dire che il crocifisso, prima del restauro, presentava un Cristo ammalato di una strana malattia che gli aveva staccato le braccia e che lo aveva reso tutto rosa e poi, attorno alla bocca, c’era qualcosa che faceva pensare ad un indigestione di mango da parte di Gesù. Dopo il restauro ecco un bel Crocifisso, così trasformato da far dire ooohhh a quelli che entravano in chiesa.
Ho messo ai piedi di Gesù la frase del ritornello per dire che è proprio sulla croce di Gesù che noi possiamo scoprire il vero volto della Misericordia del Padre.
A proposito di Misericordia ho notato che tanti fedeli non fanno la comunione e non si accostano per la Confessione. Ho scoperto che il problema principale è la loro situazione irregolare, spesso non sono sposati e convivono, perché sposarsi costa troppo, oppure perché l’uomo ha abbondato la famiglia per andare con un’altra donna o più, la moglie ha trovato un altro uomo che potesse sostenere la famiglia, ci sono i figli dell’uno e i figli dell’altro. Le famiglie spesso sono un miscuglio di parentele, di paternità e maternità. Proprio per questo ci vuole un grande senso pastorale, un ascolto fatto con il cuore davvero misericordioso e accogliente. Come dice Papa Francesco, al numero 10 della Bolla “Misercordiae vultus:” L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole . … È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza”.
Foto della Via Crucis a Ka-Philippe
Adesso qualche notizia per raccontarvi come vanno le cose.
Dal primo Febbraio sono nominato ufficialmente parroco di Ka Philippe e delle sue altre cinque cappelle, più almeno otto pòs (Come delle sotto-cappelle, luoghi più semplici per la preghiera domenicale, alcuni in muratura, altri ridotti ad una tettoia di paglia). Domenica 28 Febbraio verrà il nostro vescovo, Mons. Pierre Antonie, per celebrare la Messa dell’insediamento ufficiale (estalasyon). Fervono i preparativi e vedrò per la prima volta il loro spirito di organizzazione in azione. Cercherò di non interferire troppo (se ci riesco) e assecondare la loro intraprendenza e semmai incoraggiarla.
La zona è davvero ampia, come già avevo scritto, e chiede tempi lunghi per gli spostamenti. Ogni domenica cerco di celebrare almeno due messe, una a Ka Philippe e una in una cappella o in un pòs. Ogni occasione è buona poi per rendermi presente per delle attività o ricorrenze speciali.
Sabato 30 Gennaio ho celebrato i miei primi battesimi nel pòs di Pize. Ci è voluta un’ora e mezza di moto su una strada che spesso si trasformava in un sentiero o una specie di pietraia. Ho davvero fatto il mio battesimo come conduttore di moto, mi sono detto, se sono riuscito a fare questa, tutte le altre strade saranno una bazzecola. Abbiamo celebrato la Messa e battezzato 15 bambini e ragazzi. C’era anche l’impianto voce alimentato dal generatore a benzina. La gente ha gremito la chiesetta e c’era chi veniva da due ore di cammino da li. Tutto è stato preparato con molta attenzione, nonostante la povertà della struttura che durante la settimana funge anche da scuola. Guardate nelle foto come un ragazzo tra quelli battezzati ha escogitato di adornare la chiesetta con una composizione di bottiglie di plastica ritagliate. Alla fine lo hanno chiamato in mezzo per tributargli un meritato applauso.
Domenica 7 febbraio ho celebrato la Messa a Loubye, un altro pòs che meriterebbe essere promosso a cappella per come la gente partecipa e per la sua dislocazione strategica sulla strada che porta al grande mercato de Lakoma. Anche qui i responsabili laici hanno preparato con cura la celebrazione e i canti erano animati con vivacità e grande forza di coinvolgimento di tutti i presenti.
In un filmato vedete ancora il momento dell’offertorio che io apprezzo molto perché esprime la gioia del dono con la danza di chi riceve e di chi offre.
La struttura chiede di essere resa più stabile con delle fondazioni e dei sostegni in cemento. Sarà uno dei lavori per il futuro, a Dio piacendo.
Giovedì 11 Febbraio, festa della Madonna di Lourdes, ho potuto celebrare la festa patronale della cappella di Gran Falez (vuol dire un luogo impervio, con burroni). Il grosso sforzo che viene fatto e soprattutto quello di ben preparare la celebrazione eucaristica e poi il mangiare per tutti. Pur essendo dedicata a Notre Dame de Lourdes, la chiesa non ha nessun segno mariano. Ci vorrebbe almeno una statuetta, mi sono detto. La cappella è stata di recente ricostruita, ma è allo stato grezzo e ci sono delle parti da finire.
Comunque c’è stata una buona partecipazione, anche se meno del previsto a causa del maltempo.
Il ritorno in moto è stata una bella avventura, soprattutto per le scarligate sul fango e le rocce bagnate, ma alla fine tutto bene. Non ero solo, perché una delegazione di gente di Ka Philippe era venuta ad accompagnarmi con altre moto
Sabato 13 febbraio sono stato a Fouby, uno dei pòs più poveri e malandati, una struttura fatta con pali di legno e foglie di palma intrecciate e il pavimento in terra battuta. Anche qui, per celebrare la Messa e amministrare 12 battesimi. Davvero consolante vedere la loro partecipazione e tutto lo sforzo che hanno fatto per rendere decoroso l’ambiente. L’impressione che mi danno, questo tipo di comunità, è proprio quello di essere alla periferia del mondo, dove la continuità della fede cattolica nonostante l’isolamento e la scarsissima presenza del sacerdote ha qualcosa di miracoloso e commovente.
A Ka Philippe proseguono i lavori per dare una sistemata minimale alle strutture.
In casa ho ormai l’essenziale per vivere, anche se sarebbe difficile accogliere qualcuno che stia con me.
Abbiamo sistemato il cortile, i muri cadenti, arrangiato le grondaie, messo porte dove non c’erano e soprattutto preparato l’ufficio parrocchiale e una sala riunioni. Un po’ alla volta si vedrà come migliorare il resto e in un futuro non prossimo prevedere il progetto di una nuova casa parrocchiale.
I ragazzi giocano a calcio in una zona dietro la parrocchia, che nei miei sogni potrà essere trasformato in un bel campetto. Per ora i ragazzi si adattano e non si fanno problemi a giocare a piedi nudi (Soulye Adidas, scarpe adidas haitiane, eh..eh..) e a dover recuperare i palloni giù per la vallata.
Sto cominciando ad incontrare le situazioni di povertà, soprattutto per quanto riguarda la salute. Ci sono stati casi di colera assistiti dal nostro dispensario e che sono stati risolti senza troppi problemi. Spesso, il problema è quello di accedere a delle strutture ospedaliere per fare degli esami o per interventi più seri.
Gli spostamenti degli ammalati vengono fatti a piedi o con un cavallo o un mulo, oppure la moto per chi può pagare il servizio. Ho visto arrivare al dispensario un gruppo di persone che hanno portato l’ammalato su un letto, cantando e danzando. Hanno fatto più di un’ora di cammino per arrivare.
Vi lascio un filmato ripreso al termine della Messa nella cappella più lontana, quella di La Belèe. Alla fine è esplosa una gioia contagiosa, direi qualcosa di pasquale. Così vi auguro di fare un bel cammino di quaresima per arrivare a celebrare la Pasqua con una gioia simile alla loro. Buona Quaresima a tutti e ancora una grazie sincero per il vostro sostegno.