Le mie prime impressioni avute dopo il viaggio ad Haiti vissuto a metà Dicembre 2013 le ho espresse nella lettera mandata alla comunità pastorale di Melzo. La riporto qui perché dice, forse più emotivamente che esaustivamente, quanto ho provato….
Haiti, finalmente!
Chers et chères,
Approfitto di questo momento per ricambiare i vostri graditissimi
auguri e per farvi i miei con tutto il cuore. Chiudiamo questo 2013 pieno di sorprese, di fatti straordinari, come l’elezione di papa Francesco, di cambiamenti forti per la nostra comunità dovuti alla partenza di don Damiano, di Marta e della mia, all’arrivo di don Domenico e tutto ciò che questo ha comportato.
Scrivo a tutti, ma ho nel cuore ciascuno, come quel giorno in cui ci siamo salutati con tanta emozione e tanto affetto reciproci. Ho conservato tutte le vostre lettere, letterine, messaggi, biglietti e le ho utilizzate per pregare affidandovi alla Madonna del Sacro Monte di Varese
Ho ringraziato per la vostra generosità ed è tutto custodito in attesa del bene che potremo fare insieme ad Haiti
Vi scrivo a pochi giorni dal mio ritorno da Haiti dove ho potuto vivere una decina di giorni, viaggio compreso, insieme al nostro vicario Generale Mons. Mario Delpini, don Antonio Novazzi, responsabile diocesano delle Missioni e don Claudio Mainini, altro sacerdote Fidei domu. Ho finalmente visto la mia “nuova patria”, da Port au Prince, la capitale dove sono atterrato, fino su, al Nord, nelle zone più rurali e povere di Ti-Riviere e di Mar Rouge, dove svolgerò la mia missione di parroco Fidei Donum. A Mar Rouge, sono presenti da diversi anni don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, mentre a Ti-riviere opera da più di due anni don Giuseppe Grassini.
Ho trovato conferma della povertà di questa gente ed è paradossale trovare questa situazione nel cuore dei Caraibi: non hanno energia elettrica, non hanno strade vere e proprie, anche la cosiddetta statale è asfaltata solo per un tratto e poi è sterrata e difficile da percorrere in alcuni tratti anche con la Jeep, non hanno l’acqua in casa e si utilizza quella piovana raccolta in cisterne o quella dei pozzi (spesso realizzati dai missionari o da qualche associazione), la gente della campagna vive di una economia che offre il minimo per sopravvivere e dove ogni giorno non è scontato mangiare a sufficienza, i servizi per la salute sono approssimativi e spesso carenti, l’offerta scolastica c’è, ma grazie alle organizzazioni parrocchiali e missionarie, perché quella statale è davvero limitata.
La gente nasce e muore, ma non n0n credo che ci sia un’anagrafe vera e propria, probabilmente solo chi si fa battezzare nella Chiesa Cattolica ha perlomeno un certificato di esistenza.
Detto questo, vi assicuro di avere trovato della gente molto bella, sia fisicamente che spiritualmente. Si dice che questa popolazione è il risultato di quella tremenda selezione fatta al tempo dello schiavismo, quando le loro prime generazioni erano fatte di schiavi scelti tra i migliori delle popolazioni del Benin. Dopo 400 anni si vede che questa bellezza e perfezione fisica non è venuta meno. Ho potuto ammirare la loro bella religiosità, la loro partecipazione alla Messa domenicale vestendosi con i vestiti migliori gelosamente custoditi in qualche angolo della loro casa-capanna e assolutamente puliti. Dovreste sentire come rispondono e cantano con coralità e convinzione, accompagnati dal suono dell’immancabile tamburo. La messa principale è alle 7.30 del mattino ed è strapiena (la vita quotidiana inizia molto presto al sorgere del sole). A Mar Rouge, dove da anni lavorano don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, ci sono gruppi di preghiera, il gruppo caritas, il gruppo missionario, il gruppo mariano… i catechisti, i lettori, i chierichetti…. La gente vuole partecipare, ama avere un ruolo, un compito che li faccia sentire utili e importanti per la comunità.
Il famoso Voodoo che caratterizza l’antica spiritualità haitiana non si vede ed è un aspetto gelosamente nascosto, almeno nella zona rurale, dove è collocata la nostra missione. I nostri missionari non ne hanno fatto cenno più di tanto, anche lo stesso Giuseppe Noli, dopo anni di presenza, che è amato e rispettato da tutti, non ha mai potuto partecipare ad una delle loro cerimonie. Le suore incontrate a Port au Prince, le “piccole sorelle del Vangelo”, dove opera Suor Luisa dell’Orto, ci hanno invece raccontato che in città, solo nella loro zona si contano decine di tempietti vuduisti, con tanto di sacerdote o sacerdotessa del culto. Le nostre suore si prodigano ogni giorno per offrire l’istruzione e un buon pasto ai bambini più poveri del quartiere in condizioni davvero eroiche.
Ci sono tantissimi bambini e giovani. I bambini sono dappertutto, sono quelli che ti salutano, che ti sorridono sempre. Se poi sanno che sei un sacerdote ti chiamano “mon père”…con devozione e rispetto. Li dovreste vedere al mattino quando vanno a scuola, puliti e lavati, vestiti con la loro divisa scolastica, diversa da scuola a scuola… li puoi trovare già in cammino alle 6 del mattino… Le bambine mettono sempre dei nastrini colorati tra i capelli splendidamente curati…
Vi posso assicurare, che almeno al Nord, tra i villaggi agricoli dove sarò anch’io, la gente è povera, ma manifesta una grande dignità… Credo che il degrado umano, quello che abbruttisce e umilia lo si trovi più facilmente nei sobborghi della capitale (ho visto dei quartieri davvero scioccanti), ma non qui, tra le gente povera delle campagne.
Nella zona, da anni, grazie a Maddalena, una laica che si impegna con tanta passione e competenza come operatrice Caritas, sta crescendo una particolare attenzione per i bambini afflitti da handicap e disabilità e si diffonde così una cultura del rispetto per la vita in ogni sua condizione…
L’economia è retta dalla coltivazione a livello famigliare di Banane, cocco, mais, caffè, noccioline, patate dolci, verdure. Spesso la gente vive di scambio portando la cesta con il proprio piccolo raccolto ai mercati dei paesi vicini, facendosi ore di cammino con il carico sulla testa o a cavallo dell’asinello…
Magari non riescono a vendere però possono scambiare le banane con pomodori o frutta pesce secco, che non hanno dalle loro parti…
Quando si attraversano certi villaggi è normale passare per vie affollate di mercatini improvvisati, dove ognuno vende o scambia quel poco che ha….
La moneta utilizzata è il Gourde e nei puoi avere 50 con un euro.
Pensate che uno stipendio mensile, di quelli buoni e sognati è di 2500 gourde, cioè 50 €
Il lavoro stipendiato è rarissimo, gli operai sono pagati a giornata, normalmente non esiste nessun tipo di tutela, contratto di lavoro, ecc… I lavori privilegiati sono quelli statali o quelli legati all’insegnamento o all’inserimento in certe attività di associazioni e parrocchie.
Si vedono tante moto con giovani che le utilizzano come moto-taxi e hanno così inventato un modo per racimolare qualche entrata… A volte le utilizziamo anche noi missionari, persino le nostre suore…
Abbiamo incontrato il vescovo di Port de Paix, la diocesi dove sarò Fidei Donum, perché desiderava conoscere i missionari che Milano gli invia come aiuto e soprattutto per incontrare il nostro Vicario Episcopale, Mons. Mario Delpini. Ci ha ringraziato per il lavoro pastorale e poi, naturalmente, per la realizzazione delle nostre opere: pozzi, scuola, dispensario, chiesa, … Ha fatto intuire che tra le opere più desiderate c’è quella di costruire una casa per il clero… Quasi a dire: perché la lasciate per ultima? Il problema è che il clero locale non è disponibile ad andare in una situazione dove l’alloggio non sia sufficientemente dignitoso per il proprio ruolo. Per noi missionari italiani il punto di vista è diverso: prima si pensa ai bisogni primari della gente: pozzi, scuole, dispensari, attenzione ai malati, ai disabili, la chiesa, gli spazi per le attività e poi… proprio in ultimo, la casa per il sacerdote che nel frattempo si adatta e si accontenta. In questo diamo una testimonianza molto gradita dalla gente e ci differenziamo dalle chiese protestanti che sempre più pullulano sul territorio.
Il nostro impegno è comunque quello di lavorare in vista di lasciare poi tutto alla cura del clero locale che sta aumentando con tante (e speriamo sante) vocazioni. Il vescovo sa che la nostra presenza offre a questi giovani preti haitiani un grande esempio di fede, di dedizione e di condivisione con la gente. Qualche volta dei giovani seminaristi sono invitati a vivere per dei mesi con noi per imparare sul campo cosa significhi vivere un ministero sacerdotale libero da ambizioni e privilegi, ma che ti fa guadagnare il titolo di “mon père” da parte dei fedeli e non solo.
Ecco, finisco qui perché avrei tantissimo da raccontare ancora, come le 900 foto che ho scattato e che prima o poi potremo vedere insieme.
Adesso io parto per Angers, in Francia per completare l’apprendimento di base della lingua, finisco il 1 Febbraio, torno in Italia e dopo una quindicina di giorni conto di partire definitivamente per Haiti (17 o 18 Febbraio).
Arrivato ad Haiti avrò tutto il tempo di imparare la lingua locale (il creolo haitiano) prima di assumere la responsabilità diretta di una parrocchia. Intanto darò una mano agli altri missionari e conoscerò le persone e la loro vita
La mia email resta la stessa (donlevi.spa@gmail.com), il cellulare cambierà quando sarò in missione e vi farò sapere anche se costicchia parecchio la comunicazione.
Conto di realizzare un sito personale perché mi dicono che il modo più comodo per offrire notizie e informazioni… vista la lentezza e la precarietà del segnale internet della zona.
Per eventuali aiuti e donazioni fate riferimento al nostro gruppo missionario “Le Formiche”, o chiedete all’accoglienza del sacro Cuore, ma per ora non ho urgenze. Dopo i pozzi e l’acquedotto, stiamo costruendo la nuova scuola e il nuovo dispensario…. Poi la chiesa e la casa parrocchiale per le attività e l’ospitalità….
e anzitutto pregate per me
Vi benedico e vi assicuro la mia preghiera
e tra non molto quella della gente
di Ti-Riviere e di Mar Rouge.
Buon 2014
Con affetto
Don Levi