Veye, vegliate, vigilate!! Haiti, insieme a tutta la Chiesa cattolica romana, ha iniziato questa domenica il tempo dell’Avvento.
Qui vedete l’ingresso solenne della Parola di Dio e la prima frase con il tema della prima settimana. Mi sono domandato chissà cosa significa per un haitiano vivere l’Avvento, l’attesa del Natale di Cristo? A livello della loro tradizione di fede sembra molto meno viva che da noi l’attesa del Natale come festa. Certamente non c’è assolutamente l’aspetto consumistico che c’è ancora da noi (anche perché qui non c’è niente da consumare), non ci sono segni esteriori tipo festoni, palline colorate e lucine intermittenti (anche perché non c’è la corrente elettrica nelle case). Don Mauro ci ha già parlato della fatica che mostrano gli haitiani di qui a comprendere l’importanza della festa del Natale. Loro tenderebbero a viverlo come un giorno qualsiasi, specialmente se è un giorno di mercato come capita quest’anno.
Certamente sono già in programma le confessioni, la Veglia di Natale e la Messa di mezzanotte, così la Messa del giorno, ma non dobbiamo immaginare un granché di partecipazione. Vi saprò raccontare di questo alla fine del mese di Dicembre.
Che cosa attende un haitiano allora? Se penso a quelli che sto incontrando qui, se penso alla loro situazione di povertà, mi viene da dire che la loro vita è una continua attesa. Ogni giorno non sanno bene se troveranno il cibo o i soldi per ciò che è strettamente necessario. Vivono “come Dio la manda” perché non hanno né risorse, né chance per un vero cambiamento. Il governo haitiano è praticamente nullafacente, le moltissime e varie organizzazioni umanitarie sono concentrate nei loro singoli progetti e sono ben lontane da mettere insieme le forze per cambiare realmente la situazione. La Chiesa haitiana stessa è continuamente dipendente dagli aiuti stranieri e pare mendicare continuamente aiuto da tutte le parti.
Poi, ecco, ci siamo noi, i sacerdoti Fidei Donum della chiesa di Milano, in una delle parrocchie più povere di Haiti, presenti oramai, grazie a Don Giuseppe Noli e a don Mauro Brescianini, da 10 anni. Grazie agli aiuti delle nostre comunità italiane le risorse non sono indifferenti, ma noi desideriamo essere comunque una presenza che faciliti e promuova un cambiamento dentro una mentalità che rischia di essere rassegnata, mendicante e fatalista. Dobbiamo continuamente vegliare sul nostro dare perché non sia un dare senza chiedere una collaborazione, che sia un dare che sempre stimoli la loro intraprendenza e che valorizzi le loro capacità, il loro spirito di sacrificio, la loro dignità. Noi ci attendiamo da loro il fiorire di una specie di “orgoglio di popolo” che porti a diventare loro stessi i protagonisti del loro futuro, in tutti gli aspetti della vita.
Qualche buon segno c’è ed è di buonissimo auspicio, come i due che vi racconto qui di seguito.
CASE “SOLIDALI”.
Ho già parlato del problema delle case e di come tentiamo, anno per anno, di dare risposta alle numerosissime richieste di aiuto (le case già costruite o riparate in questi anni sono alcune centinaia). Stiamo ultimando una serie di ben 8 case per le famiglie più povere tra le povere. La cosa bella e che ci ha rallegrato è vedere come le famiglie abbiano collaborato nel raccogliere il materiale (rocce, sabbia, legname, acqua…) e a contribuire al trasporto con una specie di catena umana (facile vedere donne, uomini e anche ragazzi trasportare sulla testa il materiale) o con tutti i mezzi a disposizione come asinelli, muli e qualche volta le moto. Le condizioni della strada, spesso e volentieri poco più di un sentiero, non permettevano, fra l’altro, altre modalità. Così è successo che una casa che poteva costare 9/10.000 dollari è venuta a costarne “solo” 6 o 7.000, grazie alla collaborazione delle famiglie stesse. Si tratta quasi di un terzo del totale e sono tutti soldi risparmiati e utili per gli altri interventi.
TRE LUCCHETTI E UNA CASSETTA
Ho scoperto da poco una cosa che mi ha davvero stupito. In una cappella secondaria della parrocchia, denominata Dikonje, dove abbiamo una comunità molto viva e che è animata e gestita dai nostri operatori laici, è stata inventata una specie di “Banca della Carità”. Sono un gruppo di 30 famiglie, per ora, che hanno aderito a far parte di un gruppo chiamato “gruppo che lotta per una vita migliore” (Gwoup n ap lite pou lavi miyo) . Ogni settimana depongono 5 gourdes a famiglia da mettere in una “cassettina blindata” per creare un fondo di solidarietà per chi è più povero di loro. Ogni famiglia ha il suo libretto dove viene marcato puntualmente il contributo. Ogni 15 giorni si ritrovano per un momento di preghiera, per una relazione sui casi da aiutare e per decidere come intervenire. Ci sono tre responsabili eletti con votazione “pubblica” e ciascuno di essi ha una chiave per aprire uno dei tre lucchetti che chiudono la cassettina, questo perché nessuno può prelevare soldi senza la presenza e il consenso degli altri.
I soldi in gioco possono fare sorridere per il loro valore materiale (circa 600 gourdes al mese = 12 Euro) ma vanno moltiplicati per 100 o per 1000 per il loro significato morale e squisitamente cristiano.
Certamente nella stessa cassetta confluiscono i soldi che la Parrocchia, tramite la Caritas parrocchiale, mette a disposizione ogni mese in ogni cappella per l’assistenza ordinaria, ma è davvero incoraggiante vedere come gli haitiani stessi sanno diventare protagonisti della loro solidarietà.
Questi sono segni di un attesa che non sarà delusa, come l’attesa della venuta del Regno di Dio, già operante in mezzo a noi.
Una visita pastorale lampo
C’è stata la visita del nostro vescovo Monsignor Pierre Antoine Polo. Purtroppo è durata solo una mattinata per i tanti impegni che erano in ballo. Il vescovo ha voluto incontrare una rappresentanza del gruppo di operatori laici che don Mauro sta da tempo formando per la missione. Il problema della evangelizzazione è un tema molto caro al nostro vescovo ed è da tempo che gira le parrocchie proponendo un nuovo slancio missionario. Lui stesso ha preparato i sussidi che i gruppi in diocesi stanno utilizzando per la formazione.
Noi di Mar Rouge abbiamo fatto presente come c’è già comunque un forte impegno missionario che ci porta ad essere presenti in varie forme anche nei punti più lontani della parrocchia, grazie all’attività nelle altre tre cappelle e alla decina di “pos catechis”.
In questo tempo di Avvento, ad esempio, ogni settimana, abbiamo organizzato degli incontri di preghiera e di riflessione sul vangelo domenicale, nei punti più disparati del territorio parrocchiale. Dove possiamo, siamo presenti noi sacerdoti, altrimenti ci sono sempre dei laici responsabili in grado di guidare gli incontri.
Con questo auguriamo Buon Avvento a tutti e arrivederci al prossimo contributo pre-Natalizio
“NON C’ERA POSTO PER LORO….” Lc 2,7
Il problema delle case, più in dettaglio…
Molti hanno chiesto informazioni e immagini per il problema case, così da tentare qualche forma di sensibilizzazione e di raccolta fondi in Italia. Vi offro qui qualche dato e soprattutto molte immagini.
Ecco il progetto tipo che abbiamo già realizzato e sperimentato e che viene a costare circa 8/9000 dollari americani se non c’è possibilità per la famiglia di collaborare. Mentre se la famiglia, insieme ai vicini recuperano parte del materiale , aiutano nei lavori e concorrono nel trasporto di ciò che occorre si può scendere ad un costo di 6/7000 dollari americani.
Abbiamo avuto centinaia di segnalazioni, ma ecco alcune tra le “prime in classifica” quanto a situazione
Ma anche queste che seguono non scherzano. Il problema è che se arriva l’ennesimo ciclone anche queste rischiano di crollare del tutto…. Dentro spesso ci sono famiglie di 8 o anche 10 persone, fra cui tanti bambini e anziani.
In questi 10 anni, lo possiamo ripetere, grazie agli aiuti delle nostre comunità in Italia, grazie alla collaborazione con la Caritas Milanese e italiana, abbiamo già realizzato centinaia di interventi. Tra poco saranno ultimate le altre 8 case di cui abbiamo già parlato. Siamo eternamente grati e speriamo che la solidarietà non venga meno, nonostante la preoccupante crisi della nostra cara Italia.
Si può contribuire per tutta una casa o per parte del materiale utile.
Esempio il legname per tutta una casa costa : 308 dollari
Tutto il cemento che occorre costa in totale: 1250 dollari
Tutte le 60 lamiere per il tetto: 260 dollari
La mano d’opera: 2400 dollari
I circa 950 mattoni (blocchi di cemento): 105 dollari
e così via….Chi desidera sapere i dettagli, può scrivere all’indirizzo e_mail e prendere accordi per mettere in piedi le iniziative più opportune.
Grazie ancora e vi assicuriamo che un posto per voi nelle nostre preghiere non manca mai
Buon Avvento