Gadè anlè…
Guarda in alto, non guardare giù!!!
Il Card. Martini negli ultimi anni della sua vita ci ha regalato le sue riflessioni più sapienti e più interpretative delle varie situazioni della nostra vita. Ad esempio ho trovato una piccola e preziosa miniera nel testo edito dalla Mondadori “Colti da Stupore” che raccoglie la sua predicazione ultima. Provato dalla malattia, il cardinale è costretto a pronunciare con grande fatica omelie sempre più brevi, Non soltanto commenti puntuali, da parte di un fine biblista, ai passi delle Scritture proposti dalla liturgia, ma meditazioni semplici e intense, interventi brevi ma ricchi di stimoli, per aiutare a comprendere a fondo il messaggio universale di amore e accoglienza proclamato da Gesù e narrato nei Vangeli.
Carlo Maria Martini parla del suo ministero e ricorda la sua prima omelia in occasione della Festa dell’Assunta. “La pronunciai nella basilica di Muralto, presso Locarno, in Svizzera, dove mi trovavo per le prime prove del mio ministero. Aveva come titolo: Guarda in alto! Immaginavo uno scalatore che stava salendo in parete e a un certo punto, preso dalla voglia di guardare in basso, veniva colto dalle vertigini. Allora sorgeva il grido ammonitore: «Guarda in alto!». Questo grido mi pare molto importante anche oggi. Se ci guardiamo intorno e sotto di noi, infatti, vediamo tante cose che non vanno e che ci destano paura o smarrimento, … “. Questo mi ricorda le mie prime esperienze di arrampicata su roccia nella palestra naturale del Campo dei Fiori a Varese e le urla di mio fratello Carlo e del suo amico Abramo (formati alla scuola del CAI), quando mi vedevano esitare e tremare ad affrontare alcuni passaggi a strapiombo. Ma sono le stesse urla che qualche anno più tardi facevo ai ragazzini, Lucianino, Marietto e company nelle prime prove di arrampicata sulle paretine della valletta, dietro le fornaci di Arcisate…
Ispirato dal Cardinale ho utilizzato anch’io questo esempio nella predicazione dell’altra domenica, applicandolo però a coloro che salgono sulle piante di cocco per prendere i frutti ad altezze vertiginose e senza nessuna sicurezza. Ho scoperto che anche loro usano dare lo stesso consiglio a chi si arrampica per la prima volta: Gade anlè, gade anlè, pa anba! Guarda in alto, guarda in alto, non guardare giù… Così ho potuto dire a loro che non devono guardare solo alla loro povertà, a ciò che manca, al vuoto socialesotto i loro piedi, ma anche a ciò che possono realizzare, a ciò che fonda una speranza più forte delle loro miserie. Il rischio di scoraggiarsi, di restare passivi a guardare (rete chita) o di limitarsi alla lamentazione, è la tentazione quotidiana di molti haitiani.
GUARDARE IN ALTO, OLTRE I CONFINI…
Guardare in alto, andare oltre i confini rassicuranti, superare certi limiti, sconfinare in nome del servizio…. Questo è il messaggio che ci hanno regalato gli amici del servizio civile operanti ad Haiti per conto dei progetti della Caritas Ambrosiana e che prima di concludere il loro periodo di volontariato hanno deciso di visitare i confini a nord ovest dell’isola, la zona più povera. Così hanno scritto sul blog “scheletri nell’armadio”:
Abbiamo visto, a Ka Philippe
E abbiamo anche visto.
Abbiamo visto una persona tenere aperta la porta della propria casa per dare un sorso d’acqua ad ogni bambino. Perchè tanto una persona che è lì per gli altri non ha nulla da nascondere dietro una porta chiusa ma tutto da condividere.
Abbiamo visto un uomo con due occhi che brillavano per l’entusiasmo e per la voglia di fare.
Perchè se hai in testa di portare l’acqua al villaggio non puoi restare indifferente.
Abbiamo visto un papà che cerca il meglio per i suoi bambini.
Perchè un bimbo è sempre un bimbo e non si cresce senza Tom e Jerry.
Abbiamo visto un prete che per fede fa il parroco tra le montagne su un’isola dei Tropici e siamo sicuri che si spingerebbe anche oltre.
Perchè se hai una strada la percorri incondizionatamente.
Abbiamo visto uno sconfinato sconfinare.
Perchè per incontrare la tua gente non importa se hai chilometri di sterrato da fare in moto, in macchina o a piedi; ci vai e basta!
Abbiamo visto e ve lo abbiamo raccontato perché qualche giorno fa abbiamo incontrato don Levi a Ka Philippe tra la sua gente e tra i suoi sogni nella sua missione…
Letizia, Marta, Stefania, Francesco, Laura e Matteo
Il video mostra la giornata trascorsa insieme, in parte come animazione per i ragazzi e in parte come incontro con me per ascoltare la mia testimonianza diretta.
Davvero grazie per l’ascolto e lo spirito di servizio che avete mostrato. Tutti i bambini erano entusiasti e ancora oggi ricordano i vostri nomi. Ci avete regalato davvero una giornata sconfinatamente bella!
GUARDARE IN ALTO,
LA’ DOVE DIO CHIAMA AD AMARE DI PIU’
Simone, Ronel e Francesco, tre seminaristi di Milano, che a settembre hanno fatto il passaggio alla terza teologia e ammessi al Lettorato e all’Accolitato, hanno vissuto tre settimane nella nostra zona, il più del tempo a Mare Rouge, con don Claudio, per il servizio di animazione con alcuni volontarie del Vispe. Poi hanno concluso con quattro giorni a Ka-Philippe, come miei ospiti, e per condividere e conoscere come sia una missione ai suoi inizi. Temevo che la povertà dell’alloggio e dei servizi, gli spazi ristretti da condividere, l’essenzialità del cibo, ecc… avessero potuto metterli in difficoltà, ma invece si sono adattati benissimo con grande spirito di condivisione. Per me è stata un’occasione d’oro per rileggere con loro il senso della missione e della mia presenza come prete Fidei Donum, sia nel pregare insieme, sia con delle belle chiacchierate dopo cena, sia nel vivere insieme alcuni aspetti del ministero.
Si sono lanciati nel fare animazione con i ragazzi e nel intrattenere il dialogo con i giovani. Anche quando io avevo i miei impegni hanno preso l’iniziativa di fare qualche giro attorno, sia a piedi che con la mia moto. Simone, fra l’altro, è un provetto pilota ed è abituato con le moto da cross, e ha subito fatto notare i limiti di queste moto cinesi, molto economiche, ma con molte pecche, soprattutto nella manovrabilità.
Sono stato veramente contento di vedere seminaristi di questa qualità, un segno di grande bella speranza per avere dei bravi, santi e ben motivati sacerdoti del futuro.
Domenica mattina, dopo aver celebrato le Prime Comunioni a Ka Phlippe, siamo partiti per andare in capitale con la nostra umile Toyota RAV 4. Siamo stati ospiti da don Luca, in servizio nella nunziatura vaticana ad Haiti, proprio nell’ambasciata vaticana. Nonostante il prestigio dell’ambiente e il livello che potrebbe definirsi aristocratico, don Luca ci ha messi a nostro agio con molta premura e semplicità, ben lieto di chiacchierare con noi e di illustrarci il suo delicato compito di rappresentanza della Chiesa cattolica. Il suo impegno è quello di affiancare e sostenere la responsabilità del nunzio con tutti gli annessi e connessi nella relazione con le altre ambasciate straniere, la chiesa haitiana, le varie congregazioni, il governo, i progetti di solidarietà della CEI, del Santo Padre… L’autista della nunziatura è stato poi incaricato di accompagnare i nostri seminaristi all’aeroporto e io ho potuto fare un po’ di commissioni in città utili per la missione, dare una sistematina alla macchina che soffre alquanto la condizione pessima della nostre strade, per poi tornare il giorno dopo a Ka Philippe, dopo un’altra notte come ospite gradito della nunziatura.
TE A FIDEL
Enrica Hofer, operatrice della nostra Caritas di Milano, che coordina e promuove l’attività della Caritas diocesana di Port de Paix in collaborazione con quella ambrosiana, è venuta a farmi visita per mettere a punto il progetto di sicurezza alimentare che comprende tre interventi sul territorio parrocchiale e che era stato ideato insieme a Davide Boniardi in occasione della sua recente visita nel mese di Giugno.
Questa volta, oltre alle inevitabili attenzioni al progetto su carta e alle documentazioni necessarie, abbiamo potuto andare a vedere in moto alcune delle zone interessate dal programma. Siamo stati nella lontana zona di Dlo Salè dove è stato dato un contributo per l’acquisto delle sementi da seminare.
Enrica non ha potuto fare a meno di notare la povertà e la desolazione del territorio ancora a secco di acqua. La gente è stata gentilissima e contenta della visita. Le sementi sono state acquistate, ora tutti attendono le piogge per cominciare la prima semina. Quel territorio che ora sembra un deserto, si trasformerà davvero in un giardino perché, come dicono gli haitiani di qui, “TE A FIDEL”, la terra è fedele e non tradisce. La terra di per se è buona, è fertile, può dare due raccolti all’anno. Il problema è che non sempre le piogge sono garantite come si desidera e non c’è ancora un sistema di irrigazione.
TE A FIDEL, la terra risponde se la tratti bene, se non la trascuri…
Così ho pensato che anche la gente povera di qui è come la sua terra, è buona, è fedele, da ottime e sorprendenti risposte, ma ha bisogno di sementi e di pioggia, di qualche mezzo in più e di un buon governo. Nel mese di ottobre avremo l’ennesimo tentativo di fare le elezioni del nuovo governo. Speriamo bene!
TE A FIDEL anche sotto l’aspetto della Fede. Percepisco in questa popolazione del nord ovest un grande senso di fede. Mi pare un terreno fertilissimo per seminare il Vangelo, per mettere in atto dei nuovi e più aggiornati cammini di Fede, soprattutto con i giovani. Un’altra semina importante è quella della crescita del senso di solidarietà e dell’istituzione di vari comitati Caritas nelle varie comunità del mio territorio. Sarà tutto il lavoro più interessante da fare in questi mesi.
In parrocchia, grazie all’energia dei pannelli solari, ho potuto istallare una di quelle colonnine adatte per refrigerare l’acqua da bere, per metterla a disposizione di tutti.
Quando offro un bicchiere d’acqua fresca ad un bambino, lo vedo socchiudere gli occhi e gustarla come noi gusteremmo la migliore bibita della terra o il vino più prelibato. Qui sanno apprezzare anche le cose più piccole come un grande dono. Una penna, un quaderno, una maglietta dell’oratorio feriale, un paio di occhiali da sole, una caramella, un legaccio colorato per i capelli, un palloncino da gonfiare …
E’ stato bello aprire gli scatoloni arrivati dall’Italia insieme al gruppo dei bambini che ogni giorno bazzicano il cortile, perché ad ogni cosa che usciva dalle scatole prorompevano in un grande ooooohhh di meraviglia con il luccichio negli occhi. Nei giorni seguenti, in occasione della festa patronale, ho fatto distribuire ai bambini, a chi collaborava e alle famiglie più bisognose, quasi tutto quello che è arrivato. In tanti mi hanno ringraziato e io ho detto che è dono delle famiglie italiane di Arcisate e Brenno e ho detto di pregare per loro. In questi giorni farò il giro delle scuole per dare le penne, i colori e l’altro materiale.
Peppo, con gli amici di Moving for Africa-Haiti e della Registri Buffetti di Desio, ha potuto inviare in dono una macchina Risograph per la stampa, un vero gioiello (tutti conoscono la mia passione per questi strumenti, eh… eh ..). Adesso posso produrre il materiale per la liturgia, la catechesi e la scuola assolutamente inesistente finora. Sarà davvero un bel salto di qualità nell’azione pastorale. La scuola è da poco cominciata e ho potuto già stampare le prime schede per gli esercizi e per sostenere la partecipazione degli alunni. Sto istruendo due o tre giovani perché imparino ad usare bene lo strumento che potrebbe diventare anche una piccola fonte di reddito anche per loro (se stampiamo anche per altre parrocchie o organizzazioni).
Infine, vi potrei parlare di tante occasioni avute in questo periodo per celebrare altre feste patronali, amministrare Battesimi e Prime Comunioni. Un periodo intenso ed emozionante, con tanti spostamenti in macchina, in moto e a piedi. Vi lascio un po’ di video e tante foto che danno meglio l’idea.
KENDYA
Una cosa triste è avvenuta proprio l’altro giorno, una bambina di otto anni si è ammalata e nel giro di 15 giorni è morta, a Gounò, una comunità isolata che si raggiunge solo a piedi, a 45 minuti di buon cammino da Ka Philippe. Si tratta di Kendya, una bimba che avevo battezzato il 17 luglio. La potete vedere in questo spezzone di video ed è la bambina nella zona di destra con il fiocco rosso tra i capelli.
Ho chiesto, non senza una punta di rabbia, perché non mi avevano avvisato perché così avrei potuto mandarla all’ospedale più attrezzato. Loro mi hanno risposto che avevano già chiesto al dispensario della loro zona e che gli è stato detto che non avevano medicinali adatti per lei e così si sono rassegnati a lasciarla morire.
Dai sintomi che hanno descritto sembrava una crisi di anemia dovuta alla malnutrizione. In altri casi, il ricovero in ospedale, con una settimana di ricostituenti e di flebo abbiamo potuto salvare la vita di almeno altri due giovanissimi. Il funerale è stato davvero straziante soprattutto per il pianto di una sorella maggiore tantissimo affezionata a lei e che avevo battezzato nello stesso suo giorno. Sono poi passato dalla sua scuola per avvisare i bambini della sua classe, quelli del terzo anno e per dire una preghiera anche con loro.
Questo mi rende ancora più convinto di aver fatto una buona scelta nell’assumere Schnaidyne, una giovane infermiera per le visite a domicilio, per raggiungere i posti più isolati e per evitare che l’ignoranza e la rassegnazione possano mietere altre vittime.
LA GRANDE FESTA
Il 14 Settembre, Festa dell’Esaltazione della Croce, abbiamo celebrato la Festa patronale di Ka-Philippe,la prima della storia come parrocchia. I preparativi sono stati intensi sin dalla metà di Luglio. Il tutto si è poi concentrato negli ultimi quindici giorni, sia per le ultime prove di canto, sia per la preparazione delle varie danze, sia per il neonato gruppo Kiwo con tanto di divisa, tamburi e bandiera nuovi di zecca, sia per la messa a punto degli ambienti, con tinteggiatura, decorazioni e pulizie. Ho trovato una grande collaborazione da parte di tutti. Dal punto di vista spirituale abbiamo proposto un triduo di preghiera con la predicazione di due padri haitiani: Pè Bernadel e Pè Fresner. Il tema ben indicato da una scritta posta alla base del bel crocifisso restaurato era “Lakwa se sous renmen an”, la Croce è la sorgente dell’amore. Uno degli impegni più grandi è stato anche preparare il cibo da distribuire a tutti i partecipanti. Un folto gruppo di mamme e di nonne hanno lavorato per giorni, compresa tutta la notte prima della Festa. C’è stato chi ha provveduto a portare legna ed acqua come dono. Un maiale, un bue intero e quattro capretti sono stati sacrificati, insieme a grandi quantità di riso, di legumi e fagioli. Sono stati presenti e attivissimi alcuni rappresentanti degli haitiani all’estero, in particolare il gruppo proveniente dalla Florida che ha dato il suo contributo in dollari raccolto dalla comunità haitiana di Miami. Hanno partecipato una decina di sacerdoti del decanato e dintorni.
Naturalmente non sono mancati ne don Claudio di Mare Rouge e ne don Giuseppe di Ti Rivye. Don Mauro ha mandato il suo augurio dall’Italia dive è ancora in riposo in attesa del suo nuovo incarico ambrosiano. Don Noli ha telefonato dal Niger e mi ha pregato di salutare per lui anche tutti gli altri sacerdoti. Era presente anche Madda con alcuni dell’equipe di Aksyon Gasmi.
Nel primo pomeriggio il gruppo Kiwo di Ka Philippe si è esibito con la sua sfilata danzante, con causa in chiesa a causa di un forte temporale che è scoppiato per benedire i partecipare e soprattutto la terra assetata in vista della prossima semina
Davvero una bella festa che non posso documentarvi in tutta la sua ricchezza di particolari. Hanno fatto un video trasformato in un DVD che non riesco per ora a postare. Comunque qualche immagine e qualche spezzone visivo li trovate qui.
Infine vi mostro qualche foto degli ultimi lavori per ristrutturare una parte adibita alla scuola, al deposito Caritas per stipare il cibo utile per le emergenze e alla cucina scolastica e parrocchiale. Tutto lo stabile stava comunque per crollare ed era un pericolo costante. Il progetto è rientrato in parte nel progetto di sicurezza alimentare promosso dalla nostra Caritas di Milano e in parte l’ho pagato con gli aiuti ricevuti dall’Italia. Ho colto l’occasione per riordinare il cortile, rappezzare il rappezzabile e dare una bella mano di tempera. Potete vedere la differenza tra il prima e il dopo. Questo mi ha messo un pochino in difficoltà economica, ma era davvero necessario.
Così, dopo questa puntatona doppia, visto il ritardo, mi riprometto di scrivere più di frequente.
Se il blog non è sufficientemente attivo, rischia di cadere nell’oblio, lo so, ma gli amici veri sono comunque fedeli, come la terra haitiana, te a fidel.
Contando sulla vostra amicizia e preghiera, non mi stanco di ringraziarvi e di affidarvi alla benedizione invocata dai nostri poveri per voi.
Pè Levi