COLPI DI MACHETE NELL’ACQUA?

COLPI DI MACHETE NELL’ACQUA…?

IMG_1294 Il nostro apprendimento del Creolo (Kreyol) procede a piccoli passi. Si tratta di famigliarizzare con una lingua che si apprende con l’ascoltato e il parlato più che con lo studio della grammatica. Cominciamo a balbettare qualche timida frase e a comprendere almeno quanto leggiamo. Per me e don Claudio è utilissimo prepararci nella preghiera con le letture della Messa del giorno in lingua Kreyol, cosi la recita del vespero con don Giuseppe e don Mauro, il rosario, le varie funzioni…. Ancora irraggiungibile capire gli haitiani quando parlano correntemente. Bisogna ripetergli: “DUSMAN SOUPLE”, cioè “con calma per favore”.

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Stiamo utilizzando il libro di testo della loro quinta elementare e siamo solo alla pagina 13.
Ci vengono proposti dei bei raccontini sui quali esercitare comprensione, lettura, traduzione e grammatica. Si parla di bambini come Lilin e Ti Yaya, di animali come il serpente (Kulev), il gatto (Chat), il topo (rat), la faraona (pentad)… persino il piccolo verme(vètè) così utile per la buona salute della terra.

L’ultimo parla di una bestia terribile a sette teste con la barba lunga che fa razzia di scodelle di riso e fagioli nelle case… Verrà fatta fuori dall’eroe Brizfè a colpi di machete.

Nel tradurre e trovare significati ci imbattiamo spesso nei proverbi tradizionali della cultura haitiana che sono molto cari alla nostra gente.

22_gumulira_machete_womanL’ultimo che abbiamo trovato dice: Kout manchet nan dlo pa kite mak, cioè, “il colpo di machete nell’acqua non lascia traccia”.

Lo strumento quindi può essere efficace e affilato come un buon machete, terribile anche come arma, ma diventa inutile e ridicolo quando colpisce l’acqua.

Mi fa pensare alla nostra azione missionaria, perché possiamo cadere nell’illusione di essere bravi, di avere gli strumenti più efficaci, di possedere tante risorse e con questo credere di risolvere ogni problema. Don Noli lo dice alla sua maniera: “ se devi fare una trasfusione di sangue, non solo devi avere il sangue buono, ma devi anche trovare la vena dove iniettarlo”. Se inietti nel punto sbagliato, o peggio “fuori vena”, tutto l’intervento diventa un serio danno per la persona che lo riceve…

Mi pare dunque che imparare la lingua non sarà la cosa più decisiva per fare la prima buona omelia. Si tratta di capire sempre di più a chi si parla, il loro modo di pensare, di intendere la vita ed il loro rapporto con la fede.  Mamma mia come è lunga la strada!!!

Che dire allora delle nostre opere, del nostro proporre la catechesi, delle nostre iniziative…?

Su questo i nostri missionari di qui , come don Giuseppe Noli, don Mauro Brescianini e don Giuseppe Grassini, sono senz’altro avveduti ed evangelicamente saggi.

martina-350-x-233 Don Claudio è andato in questi giorni in capitale, a Port au Prince per incontrare una delegazione del CSI (Centro Sportivo Italiano) che intende inviare questa estate alcuni giovani volontari italiani per aiutare la formazione di futuri allenatori e animatori sportivi qui da noi. Potrebbe essere un’ottima idea, occorrerà evitare che, nonostante la buona volontà e l’impiego di risorse e di persone generose,  non sia come “un colpo nell’acqua”. In capitale è più facile trovare strutture, ma se vengono al nord, qui da noi, devono tenere conto che non troveranno ne campi di calcio, di basket, di pallavolo, ne palestre, ne tante altre strutture che diamo per scontato, palloni compresi. C’è davvero da essere sportivi!

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Don Mauro e don Claudio pronti ad applaudire. Siamo all’inizio poi la gente è arrivata un pò alla volta… orario haitiano

Tanto per stare in tema vi regalo una  serie di foto che documentano la rappresentazione fatta domenica 30 Marzo qui a Mare Rouge e realizzata da alcuni dei nostri giovani. Essi hanno voluto mettere in scena il vangelo della Samaritana. Dovevate vedere come erano “presi” dalla loro parte recitativa, soprattutto il giovane che ha interpretato Gesù e anche la signora che ha recitato come Samaritana (inconfondibile con il copricapo e il vestito giallo). Forse, agli occhi nostri, abituati agli spettacoli televisivi e multimediali, il tutto poteva sembrare fin troppo semplice e anche ingenuo. Non è stato così per la gente che si è radunata e anche per coloro che passavano per strada e si sono fermati ad assistere. Per loro non si è trattato di un colpo nell’acqua!

Colpire l’acqua non  lascia traccia, ma quando a colpire è l’acqua stessa la faccenda cambia.  Ecco qui le immagini di un  “colpo d’acqua” straordinario: domenica,  Don Mauro ha amministrato il  Battesimo a 4 giovani, a Damè, durante la Messa domenicale.

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