GRANGOU, grangou ampil
Quale fame?
Non è raro essere avvicinati da bambini, da giovani e da adulti che ti dicono di avere fame, di non aver mangiato nulla, dicono: “Mwen gen grangou, grangou ampil”. Diversi indicano lo stomaco, c’è chi ti invita a sentire, a mettere la mano proprio lì come per far sentire il vuoto che hanno nella pancia. Potete immaginare come ci si senta, come si vorrebbe fare subito qualcosa, dare un aiuto immediato. Don Giuseppe e don Mauro ci hanno consigliato di non lasciarsi prendere dalle facili emozioni perché non è dando subito qualcosa che si risolve la questione, si entrerebbe in un infinito dare senza mai risolvere il problema. Bisogna deglutire il nodo alla gola e rispondere di venire in parrocchia, di rivolgersi alla nostra Caritas parrocchiale. I responsabili e i volontari della Caritas sono persone del posto, conoscono le famiglie, sanno muoversi tra le situazioni e discernere i veri bisogni dalle pretese o dagli opportunismi. L’impegno per chi è più povero tra i poveri è davvero grande. Comunque si troverà sempre chi chiede qualcosa, non fosse altro che quando qui vedono un bianco, pensano al ricco che ha tanto e può fare tutto. Pensano che con un po’ di insistenza e con l’atteggiamento afflitto si può sempre ricavare qualcosa di buono prima o poi.
Così ho scoperto a quale altra fame stiamo cercando di dare risposta.
Si tratta di offrire un aiuto che promuova le persone e le famiglie per un futuro sostenibile, per rispondere alla fame di un lavoro, di un benessere minimo, ma almeno più stabile e dignitoso.
Ad esempio due iniziative che vi segnalo e che mi hanno davvero stupito.
Il SOKAM, il MICROCREDTO per coloro che hanno una piccola attività di commercio e qui sono davvero tanti che sopravvivono grazie all’attività del mercato ambulante. Spesso si tratta di poco più che un tappeto, un tavolino da esporre lungo la strada o delle ceste di frutta, delle corde tirate con appesi i vestiti, delle scarpe, ecc… La parrocchia sta sostenendo un centinaio di piccole attività del genere prestando una somma di denaro da investire e poi restituire nel tempo. Questi soldi permettono a loro di migliorare il tipo e la quantità di merce a disposizione, di ricavare di più. Il tutto sta davvero funzionando e non ci sono grossi problemi a restituire a tempo dovuto quanto prestato.
Il prestito viene poi rinnovato e anche aumentato, almeno per cinque anni.
Ci sono dei volontari in parrocchia che seguono tutto questo.
Il SOKAM giovani è ancora più interessante. Si tratta di favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Normalmente un giovane che vuole imparare un mestiere deve andare da un artigiano o un capo impresa, un “boss” come lo chiamano qui e pagare per imparare.
Questo esclude chi è povero, chi non ha i soldi e non li avrà mai per imparare un lavoro.
La parrocchia, grazie ad un comitato apposito, ha svolto una azione davvero stupenda.
Ha fatto da tramite e da garanzia con i vari “boss” e ha chiesto loro di ricevere gratuitamente il giovane che vuole imparare. Al giovane non deve dare nessuno soldo, ma nemmeno pretenderne. Come contraccambio ha forza lavoro gratuita e fa un gesto di solidarietà cristiana per il futuro di questi giovani. Il comitato parrocchiale segue i giovani, controlla il loro comportamento, offre momenti di formazione professionale. La parrocchia inoltre, paga al giovane una specie di stipendio (secondo gli standard haitiani, circa 125 gourde al giorno= 2, 50 €) di cui una parte è messa in Banca a nome del lavoratore, una parte viene reinvestita per questa attività, e il resto è dato direttamente al giovane per le necessità della famiglia. Don Giuseppe e don Mauro mi hanno parlato di ben 43 giovani già collocati in questo modo. In più, altrettanti circa sono gli studenti che entrano in questo sistema durante i mesi di vacanza estiva.
Naturalmente questo è possibile anche per gli aiuti che riceviamo dall’Italia. La nostra Caritas ambrosiana è già intervenuta a sostenere questa iniziativa e sta mantenendo il suo prezioso appoggio ancora oggi.
Questa è davvero carità intelligente, capace di donare un futuro che possa rendere meno assillante il lacerante appello:”Grangou, ampil grangou”.
Allego qualche altra immagine che parla della vita di qui.
I due “super studenti” di Kreyol, don Claudio e don Levi con la loro pazientissima insegnante Wroslen
Un’altra via Crucis con la nostra gente…
Un gruppo di bambine che preparano la danza che faranno durante la Messa di Pasqua
Questa è davvero carità intelligente, capace di donare un futuro che possa rendere meno assillante il lacerante appello:”Grangou, ampil grangou”…e pensiamo che sia anche un lavoro difficile dover rispondere alle continue richieste in maniera diversa, senza accontentarli subito con una sbrigativa moneta!!!!!! Grazie anche per la documentazione fotografica.
Sempre sostenuti dal nostro ricordo nella preghiera, buon lavoro missionario anche a don Claudio e a don mauro e don Giuseppe
Mi unisco e condivido il commento di Anselma e Italo aggiungo solamente un grande Grazie per tenerci, quasi quotidianamente, aggiornati con il tuo prezioso diario sia di emozioni, di vissuto che per le fotografie.
In questo modo la distanza rimane solo una parola insignificante.
A presto allora.