PEPPO: “QUI, COME IN AFRICA”
Un nuovo anno è cominciato anche qui a Mar Rouge di Haiti. Qualche raro scoppio di petardo e naturalmente niente fuochi d’artificio, ci mancherebbe! Più che altro tanta musica ad alto volume sprigionata dalle radio dei moto taxi o da qualche venditore sulla strada munito di casse acustiche alimentate dal generatore a benzina. Una musica poco gradita, un tunz tunz ripetitivo che ha messo alla prova la nostra pazienza. La stessa per diversi giorni, soprattutto nelle ore serali. Il primo giorno dell’anno è festa grande, non tanto perchè è capodanno, ma perchè tutta la nazione haitiana ricorda il giorno dell’indipendenza (1 Gennaio 1804) e della definitiva liberazione dalla schiavitù. Siamo rimasti delusi per la mancanza di impegno delle autorità civili nell’animare una giornata così indimenticabile. Come comunità cristiana, grazie all’iniziativa di don Mauro, abbiamo organizzato un raduno al crocevia del paese, dove abbiamo invitato le autorità pubbliche a fare almeno un breve discorso commemorativo, a leggere la dichiarazione di indipendenza e a cantare insieme l’inno nazionale e infine a ricevere tutti insieme la benedizione impartita da don Mauro stesso. Probabilmente è stato così da noi, perchè siamo in periferia, in una delle zone più sperdute di Haiti. Speriamo che almeno in capitale il governo abbia organizzato di propria iniziativa qualcosa di significativo.
In questi giorni natalizi abbiamo avuto la gioia di avere con noi il mio carissimo amico Peppo (Giuseppe Sala), uno dei più in gamba tra gli ormai ex giovani di Desio, uno dei testimoni dei miei primi anni da coadiutore dell’oratorio di Desio, dal 1985 al 1991, gli anni dei primi entusiasmi e di tante sane pazzie pastorali.
La presenza di Peppo è segno che le vere amicizie non finiscono mai e che il bene che si semina porta sempre i suoi frutti nei modi e nei tempi che lo Spirito Santo conosce bene. Fra l’altro proprio Peppo, insieme a Daniele Colombo (un mio carissimo adolescente di allora, ora da poco papà) con altri amici hanno messo in piedi da anni una specie di movimento di solidarietà chiamato “Moving for Africa” grazie al quale hanno realizzato parecchi progetti in Africa, in particolare in Kenya e in Tanzania per sostenere l’attività dei missionari salesiani nella zona.
Quando Peppo ha saputo della mia partenza per la missione ad Haiti ha dato da subito la sua disponibilità a darci una mano e, come giustamente usano fare nelle loro iniziative, è venuto sul posto a vedere di persona, per rendersi conto della situazione e ipotizzare qualche progetto.
Trovo che sia assai stimolante rivedere ciò che si sta vivendo ormai da mesi attraverso gli occhi di chi viene a visitarci. Così Peppo si è senz’altro accorto della nostra passione missionaria, del nostro amore verso i poveri e della nostra premura evangelica verso questo popolo così penalizzato dalla storia. Gli haitiani sono così passati dalla schiavitù che li ha strappati alla loro terra africana d’origine a quella che può essere oggi la schiavitù della povertà e della perseverante assenza di un vero e proprio sviluppo. Quasi ogni giorno ci siamo spostati a piedi o in moto per visitare le famiglie che hanno fatto domanda di un aiuto per sistemare o ricostruire la loro casa. I nostri operatori Caritas responsabili delle varie zone ci hanno guidato per viottoli e sentieri, tra campi e vegetazione.
Peppo è rimasto colpito profondamente dalle situazioni di bisogno che abbiamo incontrato. Proprio non avrebbe mai immaginato di trovare una simile miseria nel cuore dei Caraibi, forse anche peggio di certe situazioni viste in Kenya o in Tanzania. Lo ha detto più volte “ qui è come essere in Africa, o anche peggio”.
Nello stesso tempo, se certe situazioni al limite della sopravvivenza feriscono il cuore, c’è anche lo stupore di non trovare poi, così tante persone afflitte dalla disperazione o così abbruttite dalla povertà, ma piuttosto uomini e donne, giovani e soprattutto tanti bambini che hanno voglia di vivere nonostante tutto e che sanno spesso regalarti il loro sorriso e la loro affabilità. Diverse volte, lungo il cammino, si sono aggregati gruppi di bambini contenti di accompagnarci, divertiti dalle nostre immancabili smorfie (anche Peppo non ha perso il pelo della simpatia) e curiosi di vedersi nelle foto che facevamo. Così, finché ce n’erano, sono uscite dai nostri zaini tante buone caramelle per tutti.
La nostra visita alle case non è certo da confondersi con quella di un assistente sociale (che rispetto assolutamente), ma è molto, molto di più perché è invece un modo concreto per annunciare il Vangelo dell’amore di Gesù, incarnato nel nostro farci attenti e vicini alla loro situazione. Loro non sono per noi semplicemente un caso sociale, ma sono fratelli e sorelle, nostre famiglie nel bisogno, la parte più cara della nostra comunità. Spesso poi c’è stata l’occasione di trovare dei malati e di fare una preghiera insieme con loro.
La nostra presenza dove la gente abita e vive è davvero preziosa. In una casa, ad esempio, abbiamo trovato la presenza della pratica del Voudou messa in atto da alcuni parenti di una povera famiglia alla quale non volevano concedere l’uso della casa ricevuta in eredita dal padre. Per convincerli a lasciare la casa hanno collocato, forse nottetempo, in un angolo della stanza di ingresso, un lenzuolo con macchie di sangue e un altarino con bottiglie piene di strane sostanze e un machete piantato a terra avvolto da un nastro nero. Ho invitato loro a pregare e li ho benedetti dicendo che non c’è spirito, non c’è maleficio capace di superare l’amore e la benedizione del Signore Gesù. Tutti hanno detto un amen molto convinto e speriamo bene che ci credano davvero.
Peppo ha così condiviso con noi il bisogno di cercare fondi per il problema delle case e per sostenere l’opera caritativa. Ho promesso che avrei gestito in prima persona gli eventuali fondi e che avrei seguito tutti i lavori necessari in accordo con don Mauro e con don Claudio e soprattutto valorizzando sempre di più il ruolo dei vari comitati caritas delle varie zone. A proposito, vogliamo anche continuare a sostenere tutte quelle iniziative che possano mettere in azione questi nostri comitati per trovare risorse sul posto capaci di creare un circolo virtuoso di solidarietà locale. E’ quello che sia don Noli che don Mauro hanno da sempre cercato di promuovere con buoni frutti.
Ogni comitato può così progettare cosa fare per non dipendere solo dagli aiuti italiani o di altri, magari grazie ad un iniziale sostegno economico. Si tratta di Iniziative realisticamente possibili come ad esempio allevare delle capre per poi venderle e gestire il ricavato per l’assistenza ai più poveri, come acquistare fagioli in quantità e rivenderli a prezzi calmierati (come già si sta facendo a Mar Rouge), come fare delle Kermesse, cioè delle vendite dell’usato, manufatti o simili, per arrivare a forme ancora più evolute come creare dei fondi di solidarietà tra le famiglie (come descritto nell’articolo del blog “ Veye”) oppure alle iniziative come quella già felicemente in atto denominata SOKAM per la formazione al lavoro dei giovani o per il microcredito per incoraggiare la piccola imprenditorialità di gruppi di persone che si mettono insieme, già descritta in articoli precedenti.
Il 31 dicembre, don Rodolfo, il parroco di Mol San Nicola, il capoluogo della zona in riva al mare (a circa 1 ora e 15 di Jeep da Mar Rouge), mi ha chiesto di di celebrare la Messa della sera visto che aveva altri impegni. Così ne abbiamo approfittato per una giornata al sole del mare dei Caraibi. Questo ha permesso a Peppo di vedere anche questa bellezza e questo piccolo scorcio di paradiso dopo la visione di tante situazioni difficili. Il pensiero che viene spontaneo è sempre lo stesso: se gli haitiani sapessero sfruttare le risorse naturali per il turismo, avrebbero tantissime chance per dare il via ad un vero sviluppo…. Ma anche in posti così belli, dove comincia ad esserci timidamente qualche struttura alberghiera, manca di tutto, dalle strade, all’energia, alla possi-bilità di rifornirsi, ….
Venire qui è per ora difficile e scoraggia i turisti
Peppo è così ripartito per l’Italia accom-pagnato da don Claudio. Hanno preso due voli diversi, Don Claudio è tornato in Italia per continuare e speriamo con-cludere i vari interventi program-mati per la cura dei suoi occhi.
Avrà una prima operazione all’inizio di questo mese e poi l’ultima in febbraio. Qui lo accompagniamo con la preghiera, soprattutto i gruppi giovanili e la piccola comunità di Lavaltye.
Tutti aspettano il suo ritorno il più presto possibile.
A Peppo e agli amici di “Moving for Africa” l’augurio di diventare presto “Moving for Haiti” con la benedizione di tutti i nostri poveri.
Qui in Missione restiamo io e don Mauro, lui con la sua grande esperienza di questi ultimi 8 anni e io con l’ardore di chi ha cominciato e che scalpita per buttarsi a capofitto in tutto quello che c’è da fare.
Cogliamo l’occasione per augurare a tutti un buon anno. Dopo le cose tremende successe in questi giorni credo che ci voglia davvero un di più di speranza. Qui da noi, domani 12 Gennaio, ricorre l’anniversario del terribile terremoto del 2010. Qui a Mar Rouge risiedono ancora centinaia di persone che sono fuggite dalla capitale dopo aver perso persone e cose e che stanno tentando di rifarsi una vita. A suo tempo avevamo costruito delle case per loro grazie all’aiuto di tanti nostri benefattori. Nella foto vedete il monumento eretto sulla fossa comune dove sono seppellite più di 100.000 persone vittime del terremoto.
Un saluto speciale per tutti coloro che ci stanno aiutando e per coloro che lo fanno anche con l’attenzione e la preghiera.
Una benedizione per tutti!
Aggiungo qualche foto ancora..
Qui le foto di una casa recentemente bruciata. Un incidente che capita spesso nelle case con tetti di paglia. Basta a volte una scintilla… In questa casa abitano una mamma e due figlie, il marito le ha abbandonate da tempo… Vedremo come intervenire, intanto hanno trovato rifugio da una famiglia vicina.
Qui qualche foto della celebrazione del Natale presieduta da dom Mauro. Io e don Claudio abbiamo celebrato nelle altre cappelle.
Nel pomeriggio del Natale una bella animazione per i ragazzi organizzata da don Claudio nella cappella di Damè
Dopo le vacanze ecco che ricomincia la scuola… con tanto di riunioni con i professori. Don Mauro è super-impegnato nei vari incontri con il personale docente,
Si sta fra l’altro preparando la festa di don Bosco del 31 Gennaio, patrono della nostra scuola
E poi alcune foto sparse….